Infestazione alberature da insetto di origine orientale

Sono stati segnalati alcuni casi di una nuova malattia delle piante . Si tratta della Takahashia Japonica, una patologia causata da un insetto, della famiglia delle cocciniglie, di origine orientale

Data :

4 giugno 2024

Infestazione alberature da insetto di origine orientale
Municipium

Descrizione

Si tratta della Takahashia Japonica, una patologia causata da un insetto (della famiglia delle cocciniglie) di origine orientale, giunta in Italia probabilmente nel 2021, che causa il disseccamento dei rami colpiti. Al momento, in base alle indicazioni dell’Osservatorio Regionale sulle malattie delle piante, che segue lo stato dell’infestazione in Lombardia, sembra che non arrivi a causare la morte delle piante attaccate, è però causa di un progressivo peggioramento dell’aspetto ornamentale e della salute dell’albero attaccato.       Le piante maggiormente colpite sono gli Aceri, ma sono stati segnalati anche casi di attacchi a Carpini, Gelsi ed altre essenze.

I tipici anelli bianchi gommosi ( vedi foto allegate) sono le sacche invernali che contengono le uova dell’insetto. Tali sacche rendono inefficaci gli interventi fitoiatrici sulle uova. Per ora sembra che il sistema più efficace per contenerne la diffusione sia eliminare meccanicamente i rami disseccati e con gli “ovosacchi” bianchi contenenti le uova dell’insetto, oltre a trattamenti sull’insetto adulto; di fianco vi sono a riguardo le informazioni, pubblicate dalla Regione Lombardia aggiornate periodicamente e raggiungibili al seguente link:

https://www.google.com/search?q=Takahashia+Japonica&rlz=1C1FKPE_itIT998IT998&oq=Takahashia+Japonica&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOTIICAEQRRgnGDsyDQgCEC4YgwEYsQMYgAQyDQgDEAAYgwEYsQMYgAQyCAgEEAAYFhgeMgYIBRBFGDwyBggGEEUYPDIGCAcQRRg80gEIODg2OWowajeoAgCwAgA&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Nota per la gestione delle infestazioni della cocciniglia Takahashia japonica:

Takahashia japonica, sulla base delle informazioni in possesso del Servizio Fitosanitario, non ha determinato allo stato attuale particolari danni alle piante colpite. Tuttavia, in alcune situazioni in cui le popolazioni della cocciniglia sono particolarmente elevate possono verificarsi disseccamenti rameali. Ad oggi, il controllo di questo insetto risulta complesso per diversi motivi:

- incompleta conoscenza della biologia;

- mancanza di insetticidi specifici;

- restrizioni all’uso dei prodotti fitosanitari in ambito urbano.

Gli ovisacchi sono gommosi, cerosi ed estremamente resistenti alle intemperie. Una volta presenti sulle piante, possono essere eliminati solo tramite rimozione fisica dei rami infestati. La lotta deve essere effettuata contro le forme giovanili, ovvero le forme vulnerabili dell’insetto. Interventi insetticidi sugli ovisacchi non avrebbero alcun effetto. Un approccio di lotta diretta, che al momento deriva esclusivamente da valutazioni non validate, potrebbe riguardare:

- impiego di olii minerali alla ripresa vegetativa, per colpire le neanidi/ninfe svernanti;

- impiego di prodotti come olio di neem oppure olio essenziale di arancia nel corso dell’estate per colpire le neanidi;

- impiego di sali di potassio di acidi grassi che agiscono su membrane cellulari degli insetti;

- impiego di preparati microbiologici (ad es. contenenti Lecanicillium lecanii)

- trattamenti endoterapici, anche se ad oggi non si conoscono dati effettivi su questa tipologia di trattamento nei confronti di T. japonica. Si ricorda che a seconda della tipologia di prodotti utilizzati può rendersi necessario l’avvallo del trattamento da un consulente abilitato ai sensi della Direttiva 128/2009 relativa all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Per quanto riguarda un possibile impiego di insetti antagonisti: - insetti predatori come Adalia bipunctata (Coleoptera: Coccinellidae), di cui si è notata un’attiva presenza su piante infestate da T. japonica, potrebbero aiutare a ridurre le popolazioni dell’insetto. Tuttavia, non è stato ancora valutato il vero impatto di questo predatore sulla popolazione italiana di T. japonica (Limonta et al., 2022

- recenti studi hanno dimostrato che attualmente nessun parassitoide è stato registrato su T. japonica nel Nord Italia (Limonta et al., 2022).

Non risulta possibile fornire ulteriori indicazioni in quanto, come indicato precedentemente, è possibile formulare solo delle ipotesi che dovrebbero essere validate da esperienze di campo su questa specie di così delicata gestione.

 

Ultimo aggiornamento: 6 giugno 2024, 10:17

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